giovedì 25 aprile 2013

La festa della Liberazione è davvero una festa morta?


Aprile è stato un mese molto difficile per l'Italia, da mesi viviamo uno stallo politico che non possiamo permetterci a causa della crisi che ormai ci addolora e attanaglia costantemente, pressione fiscale alle stelle, smantellamento dei diritti, sempre meno lavoro, sempre più giovani che scappano dall'Italia.
La mancata elezione di un nuovo presidente della Repubblica, il ritorno di quello vecchio non ha fatto sperare  noi giovani, ci ha resi ancora più rassegnati, già pensavamo che il nostro era un Paese senza speranze, ma con l'elezione della Presidente della Camera Laura Boldrini e quello del Senato Piero Grasso, avevamo cominciato un po' a sperare, anche questo spiraglio di luce è sparito.
Dopo la tensione della scorsa settimana, ne arriva un'altra, un possibile governo, anzi governissimo tra PD-PDL che ci mette nuovamente in crisi.
Oggi 25 aprile, festa della Liberazione, Grillo fa sapere che è una festa morta, morta per l'inciucio tra PD-PDL, i partiti che hanno ostacolato e reso la politica un inferno in Italia. Nel suo blog elenca perché questa festa è morta e scrive ancora: "oggi i partigiani piangerebbero".
Subito la risposta da parte della Presidente della Camera Boldrini: «Questa festa è viva, oggi gli italiani celebrano la nascita della Costituzione».
Risponde anche un ex combattente della Brigata Stella Rossa, Riccardo Lolli, da Marzabotto che fu teatro di una delle più sanguinose stragi naziste: «Queste parole mi hanno fatto molto effetto, se c'è un mezzo morto quello è lui con i suoi che lo seguono. Grillo e i suoi devono capire che l'unica strada da seguire è quella della democrazia». 
Tre anni fa, in un articolo leggo che nei nuovi libri di storia, esattamente libri scolastici del liceo, non c'è la parola 'Resistenza'. Nei nuovi libri di storia si passa dalla Shoah alla Guerra Fredda, senza parlare di come è stato sconfitto il fascismo in Italia, della nascita della Costituzione. Il consigliere dell'allora Ministro della Pubblica Istruzione Mariastella Gelmini, Max Bruschi risponde: «Ma non ha letto qui, dopo la voce Onu? È ben esplicitato: Formazione e tappe dell'Italia Repubblicana. Naturalmente è sottintesa la Resistenza. L'abbiamo inclusa senza citarla tra i capitoli fondativi della storia repubblicana. È un modo per rafforzarla, no?».
Insomma se Beppe Grillo nel suo blog scrive che la festa della Liberazione è morta, non è perché vuole ucciderla Grillo ma perché ahimé chi in teoria dovrebbe difenderla governerà con chi diciamo in parte l'ha già distrutta, proprio per l'episodio scritto qui sopra, non voglio prendere le difese di Grillo, ma penso che l'intervento nel suo blog deve essere letto attentamente.
Come non far morire questa festa? Leggendo. Esattamente leggendo il Discorso sulla Costituzione agli studenti di Milano fatto nel 1955 da Piero Calamandrei (un professore universitario che partecipò attivamente alla Resistenza), del suo discorso amo questo passo:
«Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione».

1 commento:

  1. Non credo sia una festa morta, come dice la Boldrini. E forse se Grillo la smettesse di agire come ha fatto finora, frasi come le sue potrebbe essere ascoltate e intese meglio, anche se...
    il governo che abbiamo ora mi lascia una grande amarezza, ma il 25 aprile io non ho pensato a Letta, non ho pensato a Napolitano e neanche a PD e PDL che mi fa spesso vergognare, ho pensato a quei partigiani che, sulle montagne vicino a dove abito ora, hanno sacrificato la vita per creare un futuro che non fosse essere una colonia tedesca...dovremmo onorarli nel migliore dei modi... e gridare ancora che è una festa morta non mi pare una grande idea...

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